AL CAMP NOU SI SENTE UNA VOCE CANTARE ALL’UNISONO: “TOT EL CAMP, ÉS UN CLAM, SOM LA GENT BLAUGRANA…BLAUGRANA AL VENT, UN CRIT VALENT, TENIM UN NOM EL SAP TOTHOM, BARÇA BARÇA BAAARÇA”.
Con quasi 100 mila posti a sedere, il Camp Nou è una tappa obbligatoria del vostro viaggio a Barcellona, e non solo per gli amanti del calcio. La visita costa 25€ (per evitare code acquistate i ticket online sul sito fcbarcelona.com scegliendo la data e l’orario di ingresso) e comprende il museo, gli spogliatoi, la tribuna stampa e la visita delle panchine a bordo campo dove potrete scattare una foto con alle spalle la scritta mes qué un club che si impone in uno dei lati tra i seggiolini.
Se ne avete l’occasione prendetevi due ore per una partita del Barça per capire l’attaccamento alla squadra e ai colori: i culés (così si chiamano i tifosi del Barça) non mancano di fischiare con insistenza se la squadra sta giocando male, di incitarla o di emettere in sintonia un “ui” per un quasi goal: quale miglior modo di entrare a contatto con le tradizioni? All’uscita fermatevi al Barça store, dove troverete ogni tipo di gadget – dall’accendino ai giochi per animali, ai chupa chups al frigorifero dai colori blau grana.
Fin da quando ero piccola l’inno del Barcellona risuonava nelle mie orecchie: l’amore per il calcio e per il Barça nella famiglia di mia mamma Cristina non sono mai mancati.
Tesserati fissi al Camp Nou, allenatori nel tempo libero, iscritti alla Penya di Gavà, nonno e zio non si perdevano una partita. E la quota rosa in famiglia non era da meno: la mia bisnonna Rosita e mia nonna Carmen erano sempre in prima fila davanti alla televisione quando giocava il Barça, sempre pronte ad un commento – alle volte anche colorito – alle azioni dei giocatori.
E vedere le partite con la yaya Carmen, che era quasi del tutto non vedente, ha sempre avuto un nonsoché di speciale e comico: seduta accanto al televisore su uno sgabello basso per fingere di vedere almeno girare la palla, lei ascoltava la cronaca della partita alla radio, dove le azioni erano spiegate con maggiori dettagli. Casualità vuole che la radio fosse sempre di qualche secondo in anticipo e che lei esultasse quando il resto della famiglia ancora stava vedendo l’assist. Dei momenti impagabili che oggi mi mancano e che ricordo sempre con il sorriso.
E se vi state chiedendo che squadra tifo…
sono milanista in Italia, del Barça in Spagna: il bello di avere la doppia nazionalità negli scontri diretti 🙂