Cucina italiana a LasPalmas

20/04/2021 | Curiosità

LA STORIA DEL TASTE AMORE DI ALBERTO E FRANCESCA.

Nel primo numero di SaborNews (non l’hai ricevuta? Iscriviti qui:) vi ho anticipato che nel nostro viaggio insieme avremmo incontrato anche degli ospiti. Mi è sembrato naturale partire con questa storia di sapori inversamente proporzionale al Sabor.

Oggi chiacchieriamo con Alberto, 35enne di Milano che si è trasferito con la moglie Francesca a Las Palmas di Gran Canaria. Lì hanno aperto il Taste Amore, specialità italiane alle Canarie (Calle Néstor de la Torre, 50). Potete seguirli su Instagram (Taste @IG).
Nel luglio del 2020, con qualche mese di ritardo causa Covid, il loro volo per le Canarie parte a pochi giorni dai festeggiamenti al Sabor per il battesimo della loro piccolina. Alberto e Francesca sono nostri clienti da qualche anno, grandi amanti della Spagna e i suoi sapori, tanto da decidere di trasferircisi, nel pieno di una pandemia. Chissà che la loro storia non possa ispirare qualche indeciso o sognatore : )
Buona lettura!

Da dove nasce idea di trasferirvi? Quanto ci avete messo a decidere e organizzare?
Da qualche tempo sentivamo l’esigenza di un miglioramento della nostra qualità di vita. Per quanto sia Francesca che io siamo milanesi imbruttiti, abbiamo capito che serviva rallentare il ritmo. Da veri milanesi avevamo perso il gusto di fermarci, respirare e goderci a pieno la vita. Eravamo alla ricerca di un posto dove il ritmo di vita fosse più lento, senza però doverci privare della possibilità di avere comodità e servizi.
Francesca era venuta a Las Palmas per un corso di aggiornamento e l’avevo raggiunta un paio di giorni in occasione del mio compleanno. È nato tutto con una battuta: “ sarebbe bello vivere qui”. Da dicembre del 2018 abbiamo iniziato ad organizzarci e ci saremmo dovuti trasferire a marzo 2020. Las Palmas è una città che ha tutto, ci troviamo molto bene. Non abbiamo un auto e nemmeno l’intenzione di comprarla: la città è a misura d’uomo, ci muoviamo a piedi e i taxi costano pochissimo.

Cucina italiana a Gran Canaria, il percorso inverso rispetto al Sabor: che tipo di locale avete aperto? lo gestite in famiglia?
L’idea iniziale era di aprire una piadineria mordi e fuggi sul lungo mare della Playa de Las Canteras, uno dei posti più turistici e battuti dell’isola. Causa pandemia, abbiamo ripensato e modulato il Taste Amore in un locale più ibrido e collocato in una zona più “canaria” della città, che non vivesse di solo turismo (come immaginerete in questo periodo l’isola è vuota).
Siamo vicini al Mercado Central, abbiamo sei tavoli da quattro persone, una lunga vetrina per la gastronomia “para llevar” e tra le proposte abbiamo anche focaccia, pizza e piadine. Lo gestiamo in famiglia, io cucino. Usiamo materie prime di qualità perché vogliamo dare il meglio alle persone: molte gastronomie locali non sono attente ai prodotti. Mi piace passare ogni mattina al mercado, scegliere i prodotti che più mi ispirano e ideare piatti del giorno. Cosa che, se avessi aperto a Milano, non avrei potuto fare per ampiezza della città, tempi di spostamento etc.

La difficoltà maggiore del vivere lì?
La vita qui si assapora di più. All’inizio però abbiamo fatto fatica ad adattarci allo stile di vita molto più tranquillo. Si lavora per vivere e non si vive per lavorare: la nostra milanesità la abbiamo per ora un po’ mantenuta, ma immagino sia questione di tempo e ci integreremo a pieno anche con lo stile di vita più rilassato.
Piccolo aneddoto: gli isolani adorano i bambini, i primi tempi uscire con il passeggino e Aurora rallentava la nostra tabella di marcia di almeno 40 minuti. Persone di ogni età ti fermano con un “que linda esta niña, quanto tiempo tiene, como se llama?).. e tu, da milanese inside, hai la fretta in corpo : ) Con i mesi ci siamo abituati a calcolare i tempi in maniera diversa.
Dal punto di vista lavorativo, la difficoltà maggiore è legata al fatto che, essendo isolani, sono un po’ più chiusi e diffidenti ed è difficile entrare nelle loro “grazie”. La prima settimana di apertura un cliente è entrato per 4 giorni di fila per chiedere info, sapere la nostra storia etc: sono riuscito a vendergli un pezzo di pizza solo il 5° giorno. Sono però molto gentili. A differenza di Milano, non si fermano alla “bellezza” della pietanza che gli stai proponendo ma sono interessati alla sostanza.

Qual è la specialità più venduta?
La lasagna di carne va per la maggiore, seguita da parmigiana di melanzane e la pizza al trancio.

Come avete vissuto la pandemia da che siete lì? Che tipo di restrizioni ci sono per i locali come il vostro? E a livello personale, che restrizioni ci sono nei rapporti con altre persone?
Da agosto del 2020 è stato inserito l’obbligo di mascherina all’aperto, la situazione è però molto più rilassata rispetto a quanto si sta vivendo in grandi città come Milano, Londra, Parigi. In spiaggia però la mascherina non è obbligatoria, e diventa spesso sede di incontro con gli amici per un aperitivo, tutti ben distanziati e rispettosi (devo ammettere che sono più civili di noi italiani).

Anche qui abbiamo gel, barriere di plexiglass. Ci sono diversi livelli di emergenza. A Natale non eravamo in alcuna restrizione se non i dieci commensali, e subito dopo le feste siamo passati al nivel 3 (se non hai tavoli all’aperto puoi fare solo take away, se li hai tavoli da massimo 4 persone). Ancora adesso siamo in nivel 3, con coprifuoco dalle 22 alle 6. Ma all’aperto le persone si vedono, dividendosi su più tavoli da 4 😉

Vi manca il Sabor e l’Italia?
Ci manca il Sabor, l’Italia un po’ meno 🙂
Ci manca la nostra famiglia. Del Sabor ci mancano la convivialità, le belle tavolate, le gare con il porron.
Ci mancate voi insomma..
anche perché, per fortuna, se ho voglia di una paella qui la trovo facilmente. A presto!

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