Simona, una scelta d’amore e di qualità di vita

16/09/2021 | Curiosità

DAL NAVIGLIO GRANDE CORSICHESE AL POBLE NOU DI BARCELLONA.

Torna l’appuntamento di SaborNews con le storie.
Vi racconto di Simona, mia amica di infanzia (giocavamo in cortile insieme oltre a frequentare la stessa scuola materna). Ho scoperto per caso che si fosse trasferita nella mia città del cuore e, qualche anno fa, ci siamo viste per un aperitivo sulla spiaggia del Poblenou. Dal suo racconto e da quanta serenità mi ha trasmesso in quella chiacchierata ho capito che sarebbe rimasta lì per molto tempo. Una scelta d’amore e di qualità di vita che spero possa ispirarvi, e essere d’esempio anche per la sottoscritta.
Nella vita, del resto, mai dire mai..

Tra poco nascerà la sua prima bambina, e sono molto felice che sarà in parte catalana. 🙂

Perché proprio Barcelona?
Mi sono trasferita nel 2016. Ho lasciato il mio lavoro milanese in Private banking per stare con il mio compagno Lino, dopo quattro anni di relazione a distanza. Lui è gallego e si era trasferito a Barcelona per lavoro: abbiamo deciso di fare un passo in avanti e partire insieme proprio da qui. All’inizio ho dovuto iniziare da zero, perfezionare lo spagnolo, trovare un lavoro; era tutto nuovo anche se conoscevo molto bene la città.

Qual è il tuo quartiere preferito?
Poblenou. È vicino al mare e sembra molto una città nonostante sia a soli 15 minuti dal centro. Abbiamo vissuto in quartieri diversi (Pl. Espanya, Poble Sec, Eixample): ciascuno ha i suoi incanti e i suoi contro, credo però che ciascuno si innamori di un barrio e quanto più lo conosce crede che sia il migliore. Poblenou era stato il primo e abbiamo deciso di ritornarci perché vivere a 5 minuti a piedi dal mare e potersi fare il bagno quasi tutti i giorni prima o dopo il lavoro non ha prezzo! – dal Naviglio Grande alla playa di Barcellona, come darle torto 🙂

È stato facile trovare lavoro?
Attualmente sono nei servizi finanziari di Tesla. Il team è sparso per l’Europa, il mio capo è in Germania. È un’azienda molto moderna e tecnologica e mi trovo molto bene. Appena arrivata qui però ho dato lezioni di italiano (mi ero certificata prima di partire) e lavorato per sei mesi nel Customer Care di Airbnb. È stata dura all’inizio entrare nelle dinamiche di un mercato del lavoro diverso dal tuo paese d’origine, però se hai voglia e non ti arrendi alla fine ottieni quel che desideri. Lino invece lavora come autonomo in una start up che sviluppa software per prestiti studenteschi. È un settore di nicchia ma stanno crescendo in America Latina e Spagna.

Com’è stato vivere la pandemia in Spagna?
Le limitazioni sono state simili all’Italia. Per noi l’unico grande cambiamento è stato che entrambi abbiamo iniziato a lavorare in smart working. Prima della pandemia potevo scegliere se utilizzare uno spazio in co-working o lavorare da casa. Da un lato ci siamo entrambi organizzati molto bene, ora però dovremo trovare una nuova soluzione perché tra pochissimo avremo una bimba.

Ti manca l’Italia? Torneresti?
Ci sono cose che mi mancano ovviamente, non so però se tornerei, per lo meno non adesso. Mi mancano le mie sorelle, i miei genitori e gli amici di tutta la vita: poterli vedere anche solo per un caffè senza prendere un aereo sarebbe fantastico! Dal lato pratico invece mi manca la varietà del mangiare per quanto riguarda i prodotti biologici: qui sono molto costosi, credo che Milano abbia maggior varietà e prezzi migliori da questo punto di vista.

Un bar di tapas imperdibile che consigli ai nostri lettori…
Koska Taberna nel Poble Sec per la miglior tortilla della città e pinchos molto buoni.
Fat Veggies nell’Eixample propone invece tapas vegetariane molto buone e originali.

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