IL TEMPIO DI GAUDI’, FORESTA DI COLORI, TRIONFO DELLA VITA E DELLA SUA ARCHITETTURA. LA RISCOPERTA DEL SIMBOLO DI BARCELLONA CHE MI HA LASCIATO SENZA FIATO.
Il tempio di Gaudì, l’opera che non si finisce mai di costruire, affascinante perché incompiuta.
Il mio primo ricordo della Sagrada Familia risale a prima del 2000, ero ancora molto piccola e la chiesa era poco più che un cantiere.
Non mi colpì all’epoca e non ho mai voluto tornarci nei viaggi successivi. Il mese scorso l’ho visitata e sono rimasta folgorata dalla sua bellezza e maestosità, Gaudì era un vero genio.
In occasione del viaggio a Barcellona con i clienti per i dieci anni di attività del Sabor prenotiamo la visita guidata del monumento simbolo della città conosciuto in tutto il mondo. La visita dura poco più di un’ora ed ha un costo abbastanza elevato (25-27€), merita però di essere visitata così, per poter scoprire al meglio il progetto, capire cosa resta da costruire e la genialità di Gaudì.
Nasce come tempio universale, volutamente imponente e più alto di ogni altro monumento cittadino proprio perché l’architetto voleva che si vedesse da tutti gli angoli di Barcellona e servisse per orientarsi in città. Circondata da parchi e giardini, per permettere alla gente di ammirarla, nel pieno centro del quartiere Gracia.
Le lungaggini dei lavori hanno visto la città costruirsi attorno alla Sagrada, molti palazzi sono davvero vicini e non permettono al monumento di essere osservato come da progetto iniziale. Pare che per costruire l’ultima facciata – il Portale della Gloria, dedicato alla vita – si stia trattando con i palazzi di fronte per sgomberarli permettendo così la giusta distanza per poterla ammirare.
Ogni elemento del tempio ha una simbologia cristiana, dalle torri esterne ai mosaici delle vetrate, ai pilastri interni.. tutto torna insomma e il progetto di Gaudì, al quale l’architetto ha dedicato gli ultimi 15 anni della sua vita, viene rispettato in ogni dettaglio da coloro che la stanno ancora costruendo.
Durante la visita ammirerete due facciate: quella della natività – l’unica che Gaudì vide terminata – con i suoi tre portali; e quella della Passione – realizzata da Subirachs – ricca di statue dagli occhi orientali che mettono in scena la storia della morte di Gesù, dall’ultima cena alla resurrezione. Orientata ad est, la prima ha vetrate con colori freddi legati al risveglio, ad ovest punta invece la seconda, con vetrate dai colori caldi che con il calar del sole danno un tocco di magia alla navata centrale.
Al suo interno vi sentirete come in un grande bosco, una chiesa dove respirerete la grandezza e vi sembrerà quasi di essere a cielo aperto per la conformazione delle colonne. Troverete ascensori, balconate del coro e potrete visitare anche le torri: ad ogni torre esterna corrisponde un pilastro nella parte coperta.
Sono davvero molti gli aneddoti che si scoprono con la visita guidata o con l’audio guida, raccontarveli farebbe perdere la magia dello scoprirli.
Per il 2026 vorrebbero terminarla proprio in occasione del centenario dalla morte di Gaudì.
Secondo la guida riusciranno a rispettare i tempi.
Alla nostra domanda “ma sarà davvero finita?” ci risponde sorridendo “a quel punto inizierà il restauro delle parti più vecchie”.
Ed ecco che il tempio di Gaudì, affascinante perché incompiuto, continuerà a far parlare di sé per la sua eterna incompiutezza.
“Volete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un albero; l’albero sostiene i grossi rami, questi i rami più piccoli e i rametti sostengono le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa, magnifica.” Antoni Gaudì